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"Leopardi – Il poeta dell'infinito" è una recente miniserie, diretta da Sergio Rubini, per la  Rai

Essa offre un ritratto, vivace ed intimo, della vita del celeberrimo poeta e filosofo Giacomo Leopardi, magistralmente interpretato dal giovane Leonardo Maltese (anche musicista, con lo pseudonimo Leo Fulcro) coadiuvato da uno straordinario cast che include, fra le numerose eccellenze italiane, Cristiano Caccamo, Giusy Buscemi, Alessio Boni e Alessandro Preziosi

La serie esplora la vita di Leopardi, segnata dalla sofferenza e dalla solitudine, dalla sua infanzia a Recanati agli ultimi anni a Napoli. Mira a presentare una prospettiva diversa su Leopardi, che va ben oltre l'immagine stereotipata di poeta malinconico. 

Nato il 29 giugno 1798 a Recanati, trascorre gran parte della sua vita nella città natale, completamente isolato, per volontà dei suoi genitori, dal mondo e dai possibili pericoli. Compie gli studi in casa insieme a suo fratello e sua sorella ma, grazie anche ad un’innata, estrema intelligenza, approfondisce ogni sorta di argomento, dal latino al greco, dalle lingue moderne alla filosofia, pur sempre coltivando la sua più autentica passione: la poesia


Giacomo Leopardi


La vita di perenne clausura ne condiziona la salute, rendendola sempre più cagionevole, cosa che contribuisce ad acuire ancor più la tendenza all’introversione e all’isolamento. Più si isola e soffre, e più crea opere destinate a rimanere eterne, non solo per la profondità dei contenuti e per la capacità di esplorare temi universali, ma anche per la loro innovazione stilistica e l'impatto culturale sul presente e sul futuro. 

La sua produzione letteraria include opere come i "Canti", tra cui “L’infinito” e “La ginestra”, una raccolta di poesie ove il poeta riflette sulla fragilità umana, sulla fugacità della vita e sull'indifferenza della natura, ma anche sulla possibilità di una solidarietà umana di fronte alle difficoltà della vita; lo "Zibaldone", un diario intellettuale ricco di pensieri e riflessioni; le “Operette morali”, una controversa raccolta di dialoghi e saggi filosofici basati su temi esistenziali e morali, in cui egli esprime una visione profondamente pessimista della vita, ma con una straordinaria profondità intellettuale.  


"L'infinito" di Leopardi


La malinconia e la tristezza, data dalla consapevolezza dei limiti umani, è come un velo che si posa addosso e fa indossare i panni di quel Giacomo che anela alla libertà, di pensiero e di anima, alla felicità, impossibile in questa vita regnata dal limite, e alle passioni, senza mai raggiungerle veramente. La scelta della libertà di pensiero, giacché quella fisica gli è sempre stata impossibile, gli costa un esagerato prezzo, quello che si paga ogni volta che ci si assume la responsabilità delle proprie scelte, dettate da principi personali che, appunto, divergono da quelli della massa, della società. Nel suo caso anche dai dogmi della Chiesa, ancora estremamente pericolosa, perché detentrice di potere sul pensiero, sulla vita e, persino, sulla morte del popolo. Non avendo mai goduto della libertà fisica, almeno è riuscito, con coerenza e tenacia, a resistere ai tentativi, da parte della famiglia, degli ecclesiastici e dei liberali, di ingabbiare anche la sua mente. 

L’amore, quello passionale, carnale, tanto bramato dal poeta, non lo ha mai sperimentato, e mai corrisposto dalla donna desiderata. Ma la sua anima, nonostante la persistente sofferenza, ha avuto la fortuna di conoscere un sentimento puro, altrettanto immenso: l'amicizia. Quella sconfinata, autentica, con il fascinoso ed esuberante Antonio Ranieri, fino a scavalcare l’amore terreno, sublimandola, e rendendola eterna. 

Non si può non riconoscere, nella miniserie “Leopardi – Il poeta dell’infinito”, la magistrale regia di Sergio Rubini, la cui maturità artistica è il risultato di una lunga carriera iniziata in teatro, lavorando con registi di grande prestigio come Antonio Calenda e Gabriele Lavia, e arricchita anche dal cinema, con il film "Figlio mio, infinitamente caro..." del 1985. Ha lavorato in molte pellicole di successo, come "Intervista" (1987) di Federico Fellini e "La passione di Cristo" (2004) di Mel Gibson


Sergio Rubini


Come regista, ha diretto diversi film, tra cui "La stazione" (1990), "La bionda" (1993), "L'anima gemella" (2002) e, ora, questa miniserie presentata alla Mostra del Cinema di Venezia e trasmessa su Rai 1

Vale anche la pena ricordare un altro film su Giacomo Leopardi, "Il giovane favoloso", diretto da Mario Martone nel 2014 e straordinariamente interpretato da Elio Germano

Ciò che ha reso immortale Leopardi è: 

  • l’universalità dei temi, che superano le barriere dello spazio e del tempo
  • l’innovazione e l’originalità dello stile
  • la profondità dei contenuti, attraverso la riflessione filosofica e l’estrema sensibilità
  • la ripercussione culturale, influenzando profondamente la cultura e il pensiero, nei vari campi, della società
  • l’impatto emotivo, che crea una profonda impronta nell’animo delle persone, tanto da condizionarne la vita stessa

Leopardi morì a Napoli il 14 giugno 1837, lasciando un'eredità culturale di smisurata grandezza e di colossale valore, artistico e umano.



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