II giorno: da Rubí a Plaça de Catalunya
Prima tappa, uscendo dall’albergo, è stato il sopralluogo nella sede della compagnia di danza, che è anche la sede di un centro culturale nato per conservare, coltivare e diffondere la danza tradizionale e la cultura catalana. Si tratta de L’Espona Centre de la Dansa Tradicional Catalana, in Passeig de les Torres.
La passeggiata è proseguita verso il centro di una cittadina, di chiara origine romana (dal fiume Rubeo, rosso), in parte pianeggiante e in parte montana, piuttosto tranquilla, fatta di molte vie pedonali, arricchite da angoli caratteristici, negozi di vario genere e innumerevoli panchine da cui osservare in totale relax, da piazzette occupate dai tavoli degli innumerevoli bar.
Il tempo, qui, sembra avere un altro ritmo, è rallentato, non ha nulla a che fare con la frenesia e l’indifferenza delle grandi città. Ci si guarda, ci si sofferma, si respira senza ansia. Insomma, ci si sente a casa. La via più caratteristica è quella con tanti ombrelli colorati appesi che rendono la passeggiata allegra, vivace ed entusiasmante.
Nel pomeriggio, con l’aiuto di una paziente e cordiale dipendente del servizio trasporti, abbiamo acquistato gli abbonamenti e, come promesso, siamo tornati a Plaça de Catalunya. Si tratta di un vero e proprio crocevia, infatti da lì partono o vi si incrociano tutte le vie di comunicazione.
Essa rappresenta un’ammirevole sintesi tra passato e futuro, tra la città vecchia e quella ultramoderna. L’antico e il futuristico è lì, chiuso in un immenso abbraccio dato dai palazzi tutt’attorno e dal pulsante cuore centrale costituito dalle due fontane, cinte da fiori scarlatti e affacciate sulla vasta area pedonale, dal centro stellato. Le varie statue, che costellano la piazza, sembrano bisbigliare, mentre la brezza, che sempre giunge dal non lontano mare, dolcemente accarezza i passanti mai abituati a tanta beltà.
Da lì partono anche le più importanti vie: