La Sagrada Familia
Giungere al cospetto della Basilica, simbolo del modernismo catalano, nonostante si arrivi preparati a dover ammirare qualcosa di straordinario, è disarmante. Si viene inevitabilmente travolti dalla grandiosità, dalla minuziosità dei dettagli e dalla ricchezza. Così come lo specchio d’acqua, assolutamente inaspettato, su cui essa riflette tutto il suo splendore, è alquanto suggestivo e, persino, romantico. Trovandosi nel mezzo, tra la Basilica e il laghetto, si ha come la sensazione di essere catapultati in un’altra epoca tanto che quasi si avvertono i suoni ovattati di eleganti carrozze da cui scendono, fruscianti, sofisticate dame accompagnate da galanti uomini vestiti anch’essi di tutto punto.
La sua costruzione, in stile gotico, iniziò nel 1882, durante il regno di Alfonso XII di Spagna, sotto la guida dell’architetto Francisco de Paula del Villar y Lozano. L’anno successivo il progetto passò nelle mani del giovane Gaudí, il quale lo rese talmente mastodontico che per il suo completamento ci sarebbero voluti secoli. Infatti la consacrazione, sebbene a lavori non ultimati, è avvenuta nel 2010 ad opera di Papa Benedetto XVI che l’ha elevata a Basilica minore, titolo concesso solo ad alcuni edifici religiosi cattolici, rispondenti a determinati requisiti, con lo scopo di rafforzarne il legame diretto con il pontefice.
Gaudí lavorò al progetto per 40 anni, di cui dedicò gli ultimi 15 in via esclusiva, e curò ogni minimo dettaglio in maniera piuttosto fantasiosa, quasi fanciullesca. Infatti le quattro torri ricordano i castelli di sabbia costruiti dai bambini. Esse, con le variopinte ceramiche e le preziose decorazioni, rappresentano una sintesi di diversi stili artistici, come la corrente cubista e l’Art Nouveau.
Lo stravagante architetto morì tragicamente in un incidente nel 1926, investito da un tram, riuscendo a portare a termine soltanto la facciata e una delle quattro torri. Gli succedette il suo assistente Domènec Sugrañes che ultimò le altre tre.
Il progetto originale prevedeva 18 guglie, di cui attualmente sono state completate soltanto 8, che rappresentassero i 12 apostoli, Maria, i 4 Evangelisti e, sopra a tutti, Gesù.
Un incendio doloso, nel 1936, provocò la distruzione di quasi tutti i documenti, con appunti, schizzi e mappe di Gaudí, determinando, durante la prosecuzione dei lavori, un allontanamento dallo stile originario, superato grazie alla preziosa opera di recupero e restauro di quei documenti danneggiati . Un secondo incendio doloso, nel 2011, all’interno della cripta della navata centrale, per fortuna ha risparmiato le preziose opere dell’artista.
Ancora oggi i lavori sono in corso, prova ne sono le impalcature e le gru perennemente presenti, tanto che ormai sembrano parte integrante dell'opera d'arte stessa.
A completare la magia è stata la commovente esibizione di un ragazzo disabile che ha danzato, non sulla ma con la sua sedia a rotelle, saltando giù e lanciandola lontana per poi, tra varie struggenti carambole a terra, raggiungerla e dignitosamente riconquistarla, guadagnandosi riprese, applausi e offerte dai turisti increduli e incantati da tanta grazia e da tanta potenza, quasi al pari di quella della sovrastante Basilica.