Raccontami i sassi…
Quando ti affacci
ti perdi tra muri ammassati
e finestrelle
porticine e viuzze
labirinti e buchi
tanti sassi e rocce
messi lì senza una mira
come disegnate
dalla mano di un bambino
ma ciò che vedi
è di straordinaria bellezza
unica si offre davanti a te
ti affascina e ti sconvolge
ti rapisce e ti ruba
passo dopo passo
li scopri
li vivi
loro odorano di storia
la storia di poveri Cristi
e di briganti
di santi e di streghe
di chiese e di amuleti
di lagrime e sangue
di dolore e di riscatto
di sole cocente
e di notti di luna piena
a cercar rimedi con erbe e guaritrici
in mezzo a muli e sete.
Tante mani rozze sporche
pargole o rugose
mi si fanno avanti
a chiedere giustizia
quella giustizia tanto attesa
tra le mura arse dal sole
e sferzate dalla neve
li leggo tra le rocce
gli occhi della sofferenza
della paura
della fame
della stanchezza
del puzzo e della malattia
li vedo tra il tufo
quei volti tristi
e quelle teste canute
piegate dalla fatica
e dal disprezzo
di chi ricco e sazio
si vergogna
e si scorda di chi ha fame
e alza i muri per non vedere.
Davanti a me
quelle teste finalmente
si stanno innalzando tutte
e con la sola forza della semplicità
e dell’onore
ammainano sempre più in alto
la rivincita della vergogna patita
sul lusso ora ostentato
da chi non sa
o non ricorda
li odo tutti
i loro pianti
i loro lamenti
i loro silenzi gridano
più forte del vento e dei tuoni.
No, non ti posso raccontare i sassi
devi venire qui
devi stare tra loro
e soltanto qui li potrai ascoltare.
(Poesia dedicata alla città di Matera)