Bolero, danza inebriante e carnale
Il Bolero è una composizione musicale scritta, nel 1928, dal compositore francese Maurice Ravel (1875-1937), su richiesta della ballerina e direttrice di compagnia Ida Rubinštein per un balletto.
Per la prima volta venne rappresentato, sempre nel 1928, al Teatro dell’Opera di Parigi, sotto la direzione di Walther Straram, con la coreografia di Bronislava Nijinska e magistralmente interpretato dalla stessa Rubinštein.
Ciò che lo contraddistingue è il tema musicale che si ripete incessantemente e che, con gradualità, si arricchisce di strumenti musicali diversi.
Dal 1930 la composizione, nata come musica da balletto, diventò brano da concerto, il cui successo fu tale da indurre Ravel a realizzare un’edizione discografica con un 78 giri.
Egli fu categorico sulla direzione dell’opera che non avrebbe mai dovuto discostarsi dall’originale ma, al contrario, seguire una rigida struttura, eseguita in un unico tempo, per la durata di 17 minuti. Trascrisse la composizione in una versione per due pianoforti ed una per pianoforte a quattro mani.
Nella versione originale del balletto, una giovane gitana andalusa danza sopra un tavolo, in modo talmente provocante da attirare attorno a sé, gradualmente, degli uomini i quali, a loro volta, vengono contagiati dal ritmo incalzante e, ormai fatalmente inebriati, spinti a seguire gli stessi seducenti movimenti.
Nel corso degli anni, sono state messe in scena varie interpretazioni coreografiche:
Roberto Bolle lo ha interpretato, per la prima volta nel 2018 al Teatro alla Scala, dichiarando “Un ruolo che ho aspettato tanto ma che è arrivato proprio nel mio momento di perfetto equilibrio tra materia fisica e artistica. Perché è un balletto unico? Per un insieme di elementi: sembra quasi un rito pagano più che un brano di danza e ha una forza di attrazione dionisiaca che nessun altro balletto possiede. Per me ha significato una nuova esperienza interpretativa e, al tempo stesso, una ricerca personale, per andare a scoprire e a risvegliare sensazioni ed emozioni custodite nel mio io più profondo.”
La musica del Bolero è stata più volte utilizzata come colonna sonora per diverse pellicole cinematografiche: