Danni da abuso di alcool
Il fegato è in grado di metabolizzare soltanto una certa quantità di alcool, indipendentemente da quella ingerita.
I fattori di rischio che conducono all’alcolismo comprendono: l'ambiente sociale, lo stress, la salute mentale, la predisposizione genetica, l'età, l'etnia e il sesso.
L'abuso a lungo termine di alcool produce cambiamenti fisiologici nel cervello, come la tolleranza e la dipendenza fisica. Tali cambiamenti portano l'alcolista all'incapacità compulsiva di smettere di bere.
I danni colpiscono quasi ogni organo del corpo, causando una serie di disturbi fisici e psichici. La predisposizione genetica e l'età adolescenziale sono caratterizzate da una maggiore sensibilità agli effetti neurotossici dell'abuso cronico di alcol.
Il dato preoccupante riguarda il numero degli adolescenti suicidi, consumatori di alcool, pari al 25% del numero totale.
A lungo termine può far sviluppare una serie di condizioni cliniche, tra cui: cirrosi epatica, pancreatite cronica, epilessia, polineuropatia, malattie cardiovascolari, carenze nutrizionali soprattutto per malassorbimento delle sostanze nutritive, disfunzioni sessuali e cancro.
Le donne sviluppano complicanze da dipendenza da alcol più rapidamente rispetto agli uomini e ciò dipende sia dal minore contenuto idrico che da una ridotta attività enzimatica dell’ADH, un aumento del rischio di cancro al seno, una riduzione della capacità riproduttiva per diminuzione della massa ovarica, irregolarità nel ciclo mestruale e menopausa precoce.
• Danni epatici
o Steatosi epatica. Può essere presente anche in bevitori non cronici, dopo una serie di forti bevute ed è reversibile.
o Epatite alcolica. È caratterizzata da flogosi epatica diffusa e necrosi del tessuto epatico cui segue un processo di fibrosi; si manifesta con febbre, ittero e dolori addominali; a volte può provocare la morte ma intervenendo precocemente può regredire.
o Cirrosi alcolica. È caratterizzata da una fibrosi generalizzata che restringe i vasi e sconvolge l’intera struttura epatica con ripercussioni patologiche a livello renale e cerebrale.
• Danni pancreatici
• Danni al sistema cardiocircolatorio
o Cardiomiopatia
o Aritmie cardiache
o Ipertensione
o Ictus cerebrale
o Emorragia cerebrale
• Danni al sistema immunitario
• Danni al sistema endocrino
• Danni al sistema emolinfopoietico Gli effetti riguardano il midollo osseo, i precursori, i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine.
• Danni cerebrali e deficit neuropsichiatrici I più frequenti sono: ansia e depressione, psicosi, confusione, sindrome cerebrale organica, attacchi di panico.
• Danni al sistema gastro-intestinale
• Danni renali
• Effetti sociali
o Rischio di commettere reati
§ Violenze domestiche
§ Abusi sui minori
§ Stupri
§ Furti
§ Aggressioni
o Rischio di perdere il posto di lavoro
o Denunce penali per guida in stato di ebbrezza
L'uscita dalla dipendenza da alcool deve avvenire, come per i barbiturici e le benzodiazepine, gradualmente, infatti se il consumo di alcool viene interrotto bruscamente si possono avere dei danni psicofisici piuttosto seri: ansia, attacchi epilettici, delirium tremens, allucinazioni e scompensi cardiaci. L’arresto di consumo di alcool venne praticato sostituendolo con le benzodiazepine, che hanno effetti simili e nello stesso tempo tamponano l’astinenza, affiancando alla terapia medica quella psicologica con terapia di gruppo e psicoterapia, anche per evitare il più possibile le ricadute.
La causa più comune di morte negli alcolisti è rappresentata dalle complicanze cardiovascolari, ma si registra anche alto tasso di suicidi, dovuto probabilmente alla deformazione della chimica cerebrale e al conseguente isolamento sociale.
Va comunque ricordato che esistono degli effetti assolutamente benefici sul sistema cardiovascolare, dati dal consumo moderato e responsabile di alcool:
§ Riduzione delle placche aterosclerotiche
§ Prevenzione nella formazione dei trombi e quindi anche degli attacchi cardiaci e dell’ictus aterosclerotico
§ Aiuto nella dissoluzione del trombo