I disturbi del comportamento alimentare: anoressia e bulimia
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono patologie caratterizzate dall’alterazione delle abitudini alimentari e dall’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo. In genere sono un modo per esprimere una profonda sofferenza, a seguito di un lutto, un abbandono, dei maltrattamenti, degli abusi o violenze vere e proprie, spesso avvenute in età precoce.
Insorgono prevalentemente durante l’adolescenza e colpiscono soprattutto il sesso femminile.
Oltre ad avere conseguenze sulla mente, e quindi a provocare un’intensa sofferenza psichica, essi coinvolgono anche il corpo causando complicanze fisiche, talvolta di estrema gravità.
I comportamenti tipici di una persona che soffre di un Disturbo del Comportamento Alimentare sono:
I principali Disturbi del Comportamento Alimentare sono l’Anoressia Nervosa e la Bulimia Nervosa. In entrambi i casi sembra che tutto ruoti attorno al cibo e alla paura di ingrassare. Cose che prima erano banali pratiche quotidiane, diventano difficili se non impossibili e motivo di forte ansia, come uscire a cena con gli amici o partecipare ad un compleanno o ad un pranzo di nozze. La mente diventa totalmente succube di sé stessa e, infatti, i pensieri sul cibo assillano la persona anche quando non è a tavola.
Purtroppo soltanto una piccola percentuale di persone che soffrono di un disturbo alimentare chiede aiuto, soprattutto nell’Anoressia Nervosa in cui la persona, all’inizio, non sempre si rende conto di avere un problema. Anzi, l’iniziale perdita di peso può indurla a sentirsi gratificata dai complimenti da parte di chi la vede più magra, e quindi più bella, tanto da apparire più sicura di sé. In genere sono i familiari che, allarmati dall’eccessiva perdita di peso, si rendono conto che qualcosa non va ma il forte senso di vergogna e di colpa frenano dall'accettare aiuto o dal confidarsi con qualcuno.
Una caratteristica quasi sempre presente in chi soffre di un disturbo alimentare è l’alterazione della propria immagine corporea, infatti ciò che rimanda lo specchio quasi mai corrisponde alla realtà.
Spesso il disturbo alimentare è associato ad altre patologie psichiatriche:
Nel 75% dei casi l’anoressia è accompagnata dalla bulimia. Il soggetto cede all’ istinto di sopravvivenza, perdendo il controllo, e mangia tutto ciò che trova dopodiché, in preda al senso di colpa, si procura il vomito. Pertanto l’anoressia rappresenta una manovra disperata per coprire la bulimia che è il bisogno sfrenato di tutto. Infatti, spesso anoressia e bulimia si alternano ciclicamente: la persona anoressica, che non riesce più a controllare la fame, cede all’istinto e si punisce con il vomito autoindotto.
Il termine Anoressia deriva dal greco “anorexia” cioè “mancanza di appetito”. Alcuni soggetti contano maniacalmente le calorie di tutto ciò che mangiano, altre preparano elaborate ricette per i familiari. In alcuni casi vengono messi in atto dei veri e propri “rituali” come impiegare tantissimo tempo per mangiare, di solito piccole quantità di cibo, sminuzzato in tante piccolissime parti, o addirittura accumulato e poi nascosto.
Alcune caratteristiche psicologiche dei soggetti con anoressia nervosa sono:
L’anoressia può portare danni molto gravi alla salute:
La Bulimia Nervosa, che etimologicamente significa “fame da bue”, si caratterizza per la presenza di crisi bulimiche, le cosiddette “abbuffate”, cui seguono comportamenti di compensazione per contrastare l’aumento di peso. Esse hanno generalmente una durata limitata nel tempo, ma alcuni soggetti possono averne anche molte nell’arco della stessa giornata. Di solito si prediligono cibi che non ci si concede abitualmente come gli alimenti ad alto contenuto calorico, tipo i dolci o i grassi.
Le conseguenze emotive di una crisi bulimica possono essere diverse, in alcuni casi le persone riferiscono di provare un temporaneo sollievo e senso di piacere ma questi effetti benefici sono ben presto sostituiti da un profondo senso di angoscia per la paura di ingrassare e per la cosciente consapevolezza della mancanza di autocontrollo.
I metodi di compensazione, soprattutto il vomito, possono dare la temporanea sensazione di alleviare l’ansia, ma ne consegue una sensazione di vuoto che, a sua volta, genera una nuova abbuffata. E inoltre un sentimento quasi sempre presente è quello della vergogna e della colpa.
La bulimia, nonostante spesso rappresenti l’altro lato della medaglia dell’anoressia, lascia sul corpo segni meno evidenti, per tale motivo è più difficile da riconoscere.
Il vomito autoindotto causa:
L’approccio più efficace per il trattamento dei disturbi dell’alimentazione è quello multidisciplinare, è quindi necessaria una stretta collaborazione tra diverse figure professionali che si occupino in modo integrato di questi diversi aspetti: