Zerocalcare, artista poliedrico e geniale
Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech, fumettista italiano, nato ad Arezzo nel 1983, è cresciuto in Francia, da cui proviene la madre, e poi nella città di origine, Roma. È noto per il singolare stile di disegno e per l’incredibile capacità di rappresentare il disagio, l’ansia, la rabbia e l’inadeguatezza della sua generazione (e non solo). Infatti i suoi fumetti trattano tematiche sociali e politiche, come l’intolleranza razziale, la crisi economica, la guerra e la violenza sotto tutte le forme, ma affrontano anche i problemi psicologici dell’essere umano in generale, ma ancor più di quello moderno, dimostrando una vasta conoscenza dei fondamenti della psicologia, della sociologia e dell’antropologia, oltre ad un consistente e solido bagaglio di cultura generale.
Il suo primo fumetto, realizzato alla fine delle scuole superiori, tratta dei fatti del G8 del 2001 a Genova. Negli anni è stato l’autore di varie locandine, per concerti e manifestazioni, e di copertine di dischi e collaboratore a Radio Onda Rossa. Dal 2003 ha lavorato come illustratore per varie riviste e pubblicato fumetti, sempre a sfondo socio-politico. Nel 2011 è arrivato il successo con “La profezia dell’armadillo”, prodotto dal disegnatore Makkox, da cui è stato tratto un film, nel 2017, con la regia di Emanuele Scaringi, interpretato da Simone Liberati, Pietro Castellitto, Laura Morante, Valerio Aprea, Claudia Pandolfi, Teco Celio e Diana Del Bufalo.
Il suo blog a fumetti, dal carattere assolutamente autobiografico, gli ha fatto ottenere diversi premi come Miglior Webcomic e Miglior disegnatore -vignettista.
OPERE:
2011
“La Profezia dell’armadillo”: fumetto autobiografico in cui Zero racconta le sue giornate ai margini della società trascorse con il suo amico Secco, i dialoghi con la sua coscienza, le visite alla madre, la morte per anoressia del suo primo amore, Camille.
2012
“Un polpo alla gola”
2013
“Ogni maledetto lunedì si dice”
“Dodici”
2014
“Dimentica il mio nome”
2015
“L’elenco telefonico degli accolli”
2016
“Kobane Calling”: reportage del viaggio tra Turchia e Siria fra i curdi.
2017
“Macerie prime”: sul fallimento della generazione degli anni ottanta.
“Dylan Dog presenta Groucho: Lo sbucciacipolle”
2018
“Macerie prime – Sei mesi dopo”
“Prossima fermata. Una storia per Renato”
“Educazione subatomica”
“Scavare fossati, nutrire coccodrilli”
2019
“La scuola di pizze in faccia del professor Calcare”
2020
“Scheletri”
“A babbo morto. Una storia di Natale”
“Rebibbia Quarantine”: tre episodi, ambientati a Roma, che narrano, con pungente ironia, gli effetti della quarantena, caduta con tutta la sua drammaticità e contraddittorietà sulla popolazione italiana e mondiale.
2021
“Strappare lungo i bordi”: serie animata pubblicata su Netflix, composta da 6 episodi, che si sviluppa attorno ad un viaggio, intrapreso da Zerocalcare e i suoi storici amici, Secco e Sarah. Il viaggio, attraverso racconti e flashback, li conduce a Biella per partecipare ad un tragico evento: il funerale di Alice, una loro ex compagna di infanzia. I dialoghi, dal tono incalzante, sono per lo più rivolti alla sua coscienza, rappresentata da un armadillo antropomorfo, a cui presta la voce l’eccellente attore italiano, Valerio Mastrandrea. Secco parla grazie a Paolo Vivio, Sarah a Chiara Gioncardi e Alice a Veronica Puccio. Zerocalcare doppia se stesso e tutti gli altri personaggi, nelle scene caratterizzate dalla ricostruzione dei fatti, tecnica questa risalente a “Rebibbia Quarantine”.
"Questa cosa è iniziata quando ho cominciato a fare le cose da solo. Facevo tutto a casa registrando col cellulare. Poi in realtà l’ho mantenuta perché mi piaceva l’idea che questa serie fosse percepita come qualcuno che ti sta raccontando una cosa. Quindi non come se si stesse vedendo una situazione di cui si è spettatori esterni, ma è come stare seduti di fronte al tavolo con qualcuno che ti sta raccontando la vicenda e lo fa tutto con la sua voce” (intervista Everyeye.it)
“Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia”: una raccolta di fumetti, pubblicati su blog, siti e riviste nel biennio 2019-2021, che affronta, ancora una volta, le conseguenze della pandemia sul tessuto sociale: l’isolamento dei detenuti ai quali è sospeso il diritto alle visite esterne, l’inefficacia dei servizi sanitari territoriali, ma anche altre tematiche, come l’analisi critica sul fenomeno della cancel culture e la condizione dei profughi di Markhmour. Le tematiche sono solo apparentemente disgiunte dalle precedenti, in quanto il filo conduttore è il racconto degli ultimi due anni di Zerocalcare, compreso quello sul percorso che ha portato alla realizzazione del fumetto della svolta, “Strappare lungo i bordi”.
2022 “No sleep Till Shengal”: sulla guerra in Iraq.
2023
“Dopo il botto”
“Zerocalcare Animation Art Book”
“Enciclopedia calcarea. Guida ragionata all’universo di Zerocalcare”
“Questo mondo non mi renderà cattivo”: ambientato a Roma Est, in cui viene aperto un centro accoglienza per profughi che genera tensioni tra nazisti e antifascisti e, inoltre, vede il ritorno di Cesare, un amico di infanzia il quale, dopo una lunghissima permanenza in una comunità di recupero, non riesce ad integrarsi nella nuova realtà. Zerocalcare vorrebbe aiutarlo ma, alla fine, si rende conto di non esserne in grado. Nessuno lo è. Come nessuno può risolvere i dissidi tra le fazioni, vittime tutte di una guerra tra impotenti.
Quello che rende unico Zerocalcare è la sua genialità, amplificata da una vasta cultura e da un’intelligenza eclettica, che si manifesta con la cura maniacale dei dettagli, ognuno dei quali denso di significato e mai frutto del caso, con la profondità delle tematiche, non astratte ma riflettenti la realtà degli ultimi, dei disadattati, dando voce a chi voce non ce l’ha, pur gridando.
E tutto - la caricatura esagerata degli stereotipi, il colorito linguaggio popolare, il ritmo incalzante e convulsivo - lavora al servizio della causa, della denuncia.
Il fumettista non nasconde la sua posizione politica ma lo fa mettendosi in discussione, invitando tutti a farlo, per cercare, con ogni sforzo, una valida sintesi che superi barriere ideologiche e limiti precostituiti. Si pone delle domande, come fossero suggerite da ogni angolo del campo di dibattito, perché ogni posizione possa rivendicare le sue sensate motivazioni, tentando di darsi tutte le risposte possibili, cosa questa che lo rende molto più super partes di quanto lui stesso possa credere.
Non di secondaria rilevanza è l’aspetto pedagogico dell’artista Zero, il cui obiettivo è insegnare ai giovani che le fragilità fanno parte della vita umana, particolarmente se legate a quella fase critica, incerta e tempestosa che è l’adolescenza, attraverso cui ogni individuo è, per natura, obbligato a passare, come un inevitabile purgatorio, che conduce ad una, a suo modo, pacata e uniformata maturità.
Drammaticità, disagio, disadattamento, marginalità, rabbia, tutto è aromatizzato e addolcito da un’ironia, aspra e pungente sì, ma a tratti struggente e poetica.